Nel 2022 il commercio mondiale di beni cresce dell’11,5 % rispetto al 2021.
L’Italia registra un forte aumento sia delle esportazioni (+20,0 per cento) sia delle importazioni (+36,4 %).
La crescita quasi doppia dell’import rispetto all’export determina un deficit commerciale di -30,7 miliardi di euro (da un surplus di +40,3 miliardi del 2021), cui contribuisce soprattutto la componente energetica, per effetto del forte rincaro dei valori medi unitari dei beni energetici importati (e in particolare del gas naturale), accentuato dal conflitto in Ucraina.
Nel 2022 la quota di mercato dell’Italia sulle esportazioni mondiali segna un lieve calo (2,65 %, da 2,79 % del 2021). Le aree geografiche che di più hanno contribuito al saldo complessivo sono l’America settentrionale (+ 44.735 milioni di euro) e i Paesi europei non Ue (+ 9.708 milioni).
La Germania resta il principale mercato di sbocco dell’export nazionale; seguono Stati Uniti e Francia. Il nostro export proviene per il 69,4 % dalle regioni del Nord, seguite da quelle del Centro (18,5 %) e del Mezzogiorno (10,6 per cento). Nel 2022 gli operatori all’export sono 137.664 (137.220 nel 2021).
Nel 2020 le imprese a controllo nazionale residenti all’estero sono 24.103, impiegano un numero di addetti che equivale al 10,2 % del totale degli addetti residenti in Italia e realizzano un fatturato che corrisponde al 17,4 % del fatturato nazionale.
Le imprese a controllo estero residenti in Italia sono 15.631, impiegano l’8,8 % degli addetti nazionali dell’industria e dei servizi, creano il 19,1 % del fatturato e il 16,5 % del valore aggiunto.